Colpo su colpo, all’ombra del ponte Morandi

Ieri notte sfidando il sonno ho finito questo libro. Nel pomeriggio ho incontrato l’autore al firma copie che ero a pagina 303, l’ultima è la 440, ringraziamenti compresi (impossibili da evitare). Non mi capita mai di leggere più di cento pagine di fila, e mi era già successo con il suo romanzo d’esordio, oltre quattrocento pagine lette in pochi giorni. Mi sa che Gazzaniga sta scalzando King nella classifica dei miei autori preferiti, e di carriera davanti ne ha ancora parecchia, ha tempo per superarlo e fargli ciao ciao.

Riccardo Gazzaniga (non Cazzaniga, quello è il suo gemello cattivo che ogni tanto gli ruba i titoli di giornale) lo conosco da due anni, ed è anche colpa sua se questo blog esiste, perchè è lui che mi ha aiutato a ritrovare la maledetta voglia di scrivere – e infatti sto abbozzando questo post a colazione, mentre il caffelatte si raffredda. La scrittura è così: ti prende e ti porta via, non ha orari definiti. E succede così dall’altra parte della copertina, quando sei il lettore, nel momento in cui un libro decide che devi finirlo, devi finirlo. Le mani ti si incollano alle pagine e gli occhi vorticano riga dopo riga. Vuoi sapere come va a finire, anche se sai già che i personaggi ti mancheranno.

Già. Mi manca Giada Pastorino, mi manca suo padre Paolo. Vorrei sapere come vanno avanti le loro vite, e se continuo devo mettere lo SPOILER ALERT, ma non lo farò. Questo post è per Riccardo, non per rovinarvi la trama, e per chi non ha mai letto nulla di lui. Merita. Qui si parla di #comunicazione, e cazzo se comunica qualcosa la sua penna o meglio ormai bisogna dire la sua tastiera. Colpo su colpo, i colpi sono quelli che ti arrivano in faccia, al cuore, negli stinchi. Ci sono momenti del libro che ti spezzano. Momenti in cui socchiudi le pagine, con l’indice in mezzo e gli occhi, gli occhi anche loro si assottigliano, e fai quasi fatica a continuare perché Giada potrebbe essere una tua amica, tua figlia, e Paolo potrebbe essere uno della tua famiglia, potresti essere tu.

Sarà che il tutto si svolge sotto gli occhi del ponte Morandi, dei suoi grigi monconi, e leggerlo da genovese aiuta a vedere questo libro, a entrare nei drammi che descrive. E a sentirlo, percepirlo tutto, ogni colpo, ogni pagina.

Sarà che Riccardo è cresciuto e questo libro è una fottuta opera matura, peccato non essere in America, dove “fucking” è anche un complimento, perché questo è il Million Dollar Baby italiano e in Italia certe opere fanno più fatica ad emergere. Perché una ragazzina che fa savate è già strano, figuriamoci se è omosessuale e ha il padre poliziotto e la madre fa parte di una fondazione che difende la famiglia tradizionale. Una bomba già innescata e col timer vicino allo zero.

La pagina de IlSecoloXIX che richiama il film di Clint Eastwood (fonte: Riccardo Gazzaniga Instagram)

Ma voi andrete oltre ai pregiudizi e correrete in libreria: non so se starete meglio quando appoggerete per l’ultima volta il libro chiuso sul divano, ma di sicuro si saranno alzati i vostri livelli di empatia, di adrenalina e di cultura. Perché andare oltre ai pregiudizi è come diffondere cultura, fare qualcosa per le prossime generazioni.

Riccardo, grazie per questo libro, grazie per quello che hai scritto e per quello che scriverai. In queste mie paginette digitali avrai sempre un posto d’onore nella categoria #letteratura 😉

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